Healing gardens: quando il verde è anche benessere

Gli healing gardens predispongono la mente alla pace e alla quiete, infondendo nel paziente un senso di benessere, che comporta un miglioramento generale dello stato di salute.

Gli healing gardens sono dei giardini curativi, detti anche terapeutici, che si trovano all’interno di strutture ospedaliere o cliniche, ideati per aiutare i pazienti nel processo di guarigione.

Gli healing gardens predispongono la mente alla pace e alla quiete, infondendo nel paziente un senso di benessere, che comporta un miglioramento generale dello stato di salute.

I giardini curativi nascono intorno agli anni 80 quando il dottor Roger Ulrich, professore di psicologia comportamentale presso la Texas A&M University, notò che le condizioni post-operatorie dei pazienti  miglioravano quando questi dalla loro finestra potevano vedere degli alberi.

Clare Cooper Marcus, docente di architettura paesaggistica, e l’architetta Marni Barnes, approfondirono questa scoperta per valutare anche quale fosse l’impatto del verde su medici e infermieri. Notarono infatti che un ambiente naturale aiutava a ridurre i livelli di stress.

Da quel momento sono sempre di più le strutture ospedaliere che si dotano di giardini terapeutici. Vediamo perché.

Healing gardens: quali effetti positivi hanno?

 

  • Rigenerano la nostra mente
    Nei giardini è possibile trovare la solitudine e il silenzio necessari per ricollegarci con noi stessi, creando le condizioni ottimali per la meditazione e la riflessione. Gli healing gardens donano inoltre un senso di rilassatezza, in quanto la natura stimola l’attenzione involontaria, che non richiede alcuno sforzo da parte della nostra mente.

 

  • Combattono lo stress
    Gli ambienti a cui siamo normalmente esposti sono caratterizzati da numerosi fattori di stress, come inquinamento acustico e ambientale, temperatura o illuminazione scorrette. La permanenza nella natura riporta i parametri fisiologici a livelli ottimali, riducendo lo stress.

 

  • Alleviano la solitudine
    I progetti di giardini curativi hanno dei tratti distintivi, come la presenza di aree dove riposare in solitudine e di aree che invitano alla socializzazione e allo scambio con gli altri. L’interazione è fondamentale per i pazienti e il giardino terapeutico può diventare il luogo ideale e sicuro per stimolare emozioni positive e aiutare a non sentirsi soli.

 

Healing gardens: come progettarne uno?

I giardini vanno innanzitutto progettati a partire dai bisogni dei suoi pazienti, quindi è fondamentale studiare le necessità della struttura e delle persone che vi sono ospitate.

Per progettare un giardino curativo è necessario tenere in considerazione diversi elementi come gli odori, i colori e i suoni.

Questi, se scelti e combinati correttamente, regolano le emozioni negative, confortano il paziente e riequilibrano mente e corpo. 

Gli healing gardens dovrebbero essere luoghi protetti e poco esposti alle interferenze esterne, dove si prediligono forme semplici e ordinate. Le aree dovrebbero essere chiare e definite, con sentieri ampi e dotati di sedute per la sosta e il riposo. E’ necessario garantire al paziente visuali libere da ostacoli, in modo da favorire l’attivazione dei sensi, anche attraverso percorsi sensoriali.

Il giardino terapeutico, come indicato in precedenza, ha una duplice funzione: da un lato invita al riposo e alla contemplazione, dall’altro aiuta a riattivare nel paziente la socialità, il gioco, lo sport. 

Infine, il giardino deve regalare agli occhi anche gradevolezza estetica: circondarsi di bellezza e riconnettersi con la natura suscitano nel paziente emozioni positive e buonumore. 

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