Che cos’è il contract? Volendo semplificare potremmo parlare dell’insieme di tutte le forniture non destinate a uso residenziale. Nella pratica possiamo riferirci a uffici, ospedali, spazi ricettivi (ristoranti e bar), alberghi e locali pubblici. In realtà anche negozi e navi vengono contemplati in questa definizione, con ulteriori caratteristiche minime: ad esempio, per le forniture navali esiste una apposita classificazione delle prestazioni dei materiali.
Per collocare un prodotto o un materiale in un ambiente contract occorre sempre verificare che sia corredato di opportune omologazioni e certificazioni, soprattutto se si tratta di prodotti per pavimenti, pareti e decorazione in genere (tendaggi, ad es.).
Le principali certificazioni contract
La più nota è la vecchia Classe 1 di reazione al fuoco, ora recepita dalle nuove normative europee e con una classificazione che tiene presente non solo il tipo di reazione del materiale esposto alla fiamma (incombustibile, combustibile più o meno infiammabile, … ― un coefficiente indicato dalla lettera A alla F), ma anche la capacità di rilasciare fumo (espressa con la lettera S) e di gocciolamento (indicato per materiali a parete e soffitto e espresso con la lettera D). È obbligatoria per praticamente tutte le forniture contract.

Ci sono poi le certificazioni che riguardano gli aspetti prestazionali del prodotto: i test sulla resistenza, sull’usura dei materiali, sulla sostenibilità ambientale -compreso il contributo attivo/passivo che tali materiali possono dare al benessere energetico dell’edificio-. In questo caso non si tratta di restrizioni tecniche normative, ma di indicazioni che vengono normalmente espresse in fase di capitolato per alzare il livello qualitativo dell’edificio e garantire prestazioni maggiori o minori in funzione della destinazione d’uso. Un esempio? Normalmente le finiture per strutture sanitarie e ospedaliere avranno prescrizioni più severe rispetto a quelle per un negozio o un ristorante.
La maggior parte dei materiali, se impiegati in interni in progetti contract, devono presentare caratteristiche che, sebbene non ne stravolgono la natura o l’aspetto estetico, garantiscono performances di valore diverso. Ecco di seguito qualche esempio.
Pavimenti nel contract
Oltre alla resistenza al fuoco, per un pavimento destinato a uno spazio contract va valutata la maggiore o minore resistenza al calpestio. Normalmente viene espressa con un valore numerico e indica l’utilizzo consigliato in ambienti a basso o medio traffico. Normalmente nei materiali rigidi (legno, laminati, resilienti come gomma e vinilici), questo si traduce con l’aumento dello spessore d’usura, sia per quanto riguarda il materiale vero e proprio che con lo strato protettivo superficiale. Ciò, nel caso di un pavimento tessile, spesso implica la scelta di un tipo di filato rispetto a un altro, o l’utilizzo di una forma/tessitura diversa per aumentarne le prestazioni.

L’ignifugo nei tessuti per l’arredamento
Nelle strutture pubbliche e recettive, l’obbligo di utilizzare tessuti ignifughi riguarda tendaggi, rivestimenti per divani, sedie, letti e alcune tipologie di biancheria casa. La certificazione ignifuga in questo caso ha spesso una durata variabile: i trattamenti ignifuganti, infatti, con il lavaggio e il tempo, tendono a perdere di efficacia.
Nel caso delle pavimentazioni tessili possono tuttavia essere utilizzati filati specifici che, naturalmente, offrono resistenza alla fiamma e alla sua propagazione. Esiste una classificazione che indica se si tratta di tessuti ignifughi (naturali o sottoposti a ignifugazione), tessuti infiammabili e fuoco-ritardanti. In ogni caso oltre alla reazione alla fiamma verrà espressa anche la sua capacità di liberare fumi e la possibilità di gocciolare liquami incandescenti e dunque propagare la fiamma. Negli ultimi anni, soprattutto grazie all’introduzione di nanotecnologie e trattamenti al plasma, ai tessili vengono anche conferiti effetti depurativi e di filtraggio dell’aria.
Rivestimenti murali e certificazioni
Normalmente i rivestimenti a parete sono realizzati in materiali flessibili, a base carta, poliestere e PVC, quindi con tutte le caratteristiche e le prestazioni tipiche di questi materiali. Ma possono essere anche rivestimenti rigidi, come pannelli o piastrelle. In questo caso, oltre alle certificazioni ignifughe classiche, spesso viene offerta anche una serie di altre prestazioni come ad esempio la lavabilità, la resistenza ai graffi e agli urti. Ogni tipologia di prodotto, in base al materiale con cui viene realizzato, al metodo di applicazione e alla possibilità di applicazioni protettive, può offrire diverse performances e dunque essere più o meno adatta ai diversi ambienti.
Pellicole per il contract
In caso di pellicole, c’è differenza sostanziale per ambienti di impiego e, soprattutto, per l’utilizzo a pavimento o a parete. Mentre nel secondo caso si seguono sostanzialmente tutte le caratteristiche e le prestazioni comuni ai rivestimenti murali, come le carte da parati, nel caso di utilizzo a pavimento viene sempre indicata anche la prestazione antiscivolo (indicata normalmente con la lettera R). La certificazione antiscivolo vale sia in caso di ambienti industriali o commerciali a rischio gocciolamento di sostanze oleose o liquide, come aree di produzione e magazzini, sia per tutte le aree umide di camminamento a piedi nudi (docce, piscine, spogliatoi, sauna).

E naturalmente la protezione antiscivolo offre anche una maggiore protezione alle decorazioni e alle grafiche che vengono riprodotte sui materiali/pellicola, allungandone la vita e la resistenza ai raggi UV -caratteristica importante da tenere presente per utilizzi outdoor-.
Prestazioni acustiche e termiche
Oltre a caratteristiche tecniche ed estetiche, negli ultimi anni viene sempre attribuita maggiore importanza alle prestazioni acustiche e termiche che i diversi materiali possono offrire, in particolare proprio negli ambienti conctract, sia per aumentare il comfort abitativo sia la produttività stessa.
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