E’ stata inaugurata a Venezia lo scorso 23 aprile la 59a Esposizione Internazionale d’Arte, dal titolo Il Latte dei Sogni, curata da Cecilia Alemani e organizzata dalla Biennale di Venezia.
Quest’anno la Biennale punta all’ottenimento della certificazione della neutralità carbonica, già ottenuta nel 2021 per la Mostra del Cinema. Per questo è stato avviato un percorso di rivisitazione di tutte le attività, secondo principi riconosciuti di sostenibilità ambientale.
La Mostra si dividerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, includendo 213 artiste e artisti provenienti da 58 stati, in tutto 81 padiglioni nazionali. Camerun, Namibia, Nepal, Oman e Uganda sono i Paesi che si affacciano alla Biennale d’Arte per la prima volta.
Sono invece 26 le artiste e gli artisti italiani; il Padiglione Italia sarà a cura di Eugenio Viola.
«La mostra Il latte dei sogni prende il titolo da un libro di favole di Leonora Carrington (1917-2011) in cui l’artista surrealista descrive un mondo magico, nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé […] La mostra nasce dalle numerose conversazioni intercorse con molte artiste e artisti in questi ultimi mesi. Da questi dialoghi sono emerse con insistenza molte domande che evocano non solo questo preciso momento storico in cui la sopravvivenza stessa dell’umanità è minacciata, ma riassumono anche molte altre questioni che hanno dominato le scienze, le arti e i miti del nostro tempo. Come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi? Questi sono alcuni degli interrogativi che fanno da guida a questa edizione della Biennale Arte, la cui ricerca si concentra in particolare attorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra” spiega Cecilia Alemani.
Attraversando i vari padiglioni emergono quindi gli argomenti più attuali e urgenti del nostro tempo, come la guerra, il razzismo, l’identità, la tecnologia, lo sviluppo sostenibile.
La mostra è suddivisa in cinque micro-esposizioni tematiche concepite come delle capsule del tempo, che costituiscono una serie di costellazioni nelle quali opere d’arte, oggetti, manufatti e documenti sono raccolti per affrontare alcuni dei temi fulcro della mostra. Le esposizioni forniscono strumenti di approfondimento e introspezione, intessendo rimandi e corrispondenze tra opere storiche e le esperienze di artisti contemporanei esposti negli spazi limitrofi. Le esposizioni tematiche arricchiscono la Biennale con un approccio trasversale, che traccia somiglianze tra metodologie e pratiche artistiche simili, anche a distanza di generazioni.
Molti sono gli eventi collaterali, che avranno luogo in diverse sedi sul territorio di Venezia. Oltre a questi, sono stati confermati anche i programmi Educational (che si rivolgono ad un pubblico di giovanissimi) e i servizi di formazione e approfondimento dedicati alle università, accademie e le istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo delle arti e dell’architettura (Biennale Sessions).